La scorsa settimana mi è capitato di parlare nuovamente della sindrome dell’impostore (è proprio dura a morire!). In uno dei gruppi Facebook che frequento si parlava di desideri: cosa desideri questa settimana? La mia risposta è stata di riuscire a credere di più in me stessa e smetterla di “non sentirmi mai abbastanza”. In pochi minuti un bel po’ di altre persone hanno commentato con “presente” e “anche io”, tanto che si scherzava con l’idea di creare un club.
SINDROME DELL’IMPOSTORE: DI COSA SI TRATTA
Quando ho sentito nominare per la prima volta la sindrome dell’impostore, il nome non mi ha convinto del tutto. Impostore? In che senso? Io più che impostore mi sento incapace! In realtà quando poi ho approfondito l’argomento ho capito che, proprio perché mi sentivo incapace di ricoprire un determinato ruolo o fare una certa cosa, nel momento in cui raggiungevo l’obiettivo davo il merito alla fortuna del principiante (che poi è un altro modo per dire impostore).
In questo TED Education è spiegato molto bene cos’è questa sindrome e come funziona; quando ho visto il video la cosa che più mi ha colpito è stato il concetto di “pluralistic ignorance”, ovvero quel fenomeno per cui nessuno di noi parla della sua paura di “essere un impostore”, credendo di essere l’unico a sentirsi inadeguato, mentre invece la maggior parte delle persone intorno a noi prova gli stessi sentimenti e le stesse emozioni.
Ho pensato “in pratica è la storia della mia vita!”; non riesco nemmeno a ricordare quante volte non ho detto la mia opinione, non ho espresso un’idea solo per paura che qualcuno mi avrebbe giudicato e rimesso al mio posto dicendomi che non ero ABBASTANZA (competente, professionale, seria… completa tu!). Con un lungo lavoro su me stessa tutto questo è cambiato per fortuna, ma a volte torna fuori quella parte di me che tende ad affossarmi e a rendermi negativa. L’impostore dentro di me non se ne è andato, semplicemente ho imparato a riconoscerlo e ad imparare a zittirlo.
IL “CLUB DEGLI IMPOSTORI”
La Dott.ssa Valery Young, autrice del libro “The secret thoughts of successfull women” ed esperta in materia, ha individuato 5 tipologie di impostori :
- IL PERFEZIONISTA
L’obiettivo principale del perfezionista è il “come” si fa qualcosa; ovviamente parliamo di come viene effettuato un lavoro ma anche, soprattutto, di come viene presentato. Se la performance non è, appunto, perfetta… viene considerata un fallimento completo e quindi porta alla vergogna. - L’ESPERTO
L’esperto può essere considerato la versione conoscitiva del perfezionista. In questo caso, la preoccupazione principale è su “cosa” e “quanto” sai o puoi fare. Poiché l’esperto pensa di dover sapere tutto, anche una minima mancanza di conoscenza denota fallimento e vergogna. - IL SOLISTA
Il solista si preoccupa principalmente di “chi” completa il compito. Per poterlo considerare un successo, lo deve raggiungere completamente da solo. Il bisogno di aiuto esterno è un segno di fallimento che evoca la vergogna. - IL GENIO NATURALE
Il genio naturale si preoccupa del “come” e del “quando” vengono raggiunti gli obiettivi, la competenza è misurata in termini di facilità e velocità. Dover lottare per padroneggiare una materia, un’abilità o non essere in grado di battere la propria miglior performance al primo tentativo equivale ad un fallimento. - LA SUPERWOMAN/SUPERMAN
La Superwoman / Superman misura la competenza in base a “quanti” ruoli può ricoprire ed eccellere. Fallire anche in uno solo dei ruoli (come genitore, professionista, partner, amico, etc) è motivo di vergogna perché sente che dovrebbe essere in grado di gestire tutto, perfettamente e facilmente.
CHE IMPOSTORE SEI? (E COME SMETTERE DI PENSARE DI ESSERLO)
Se anche tu pensi di far parte di quella (grandissima) fetta di persone affette dalla sindrome dell’impostore, ti suggerisco un paio di test che puoi fare per conoscerti meglio.
Il PRIMO TEST è per capire a che livello è la tua sindrome dell’impostore.
Il SECONDO TEST per capire che tipo di impostore sei.
Io sono risultata una perfezionista, anche se ogni tanto mi sento anche un mix di esperta+superwoman.
Valery Young ha individuato 10 passi per cercare di venire a patti con la sindrome dell’impostore, e di solito questo decalogo era quello che chiudeva le sue conferenze e i suoi workshop su questo argomento. Molto spesso le persone le chiedevano se, oltre questi 10 punti, ce ne fossero altri da poter applicare. Non capiva perché, non avendo provate nemmeno una delle soluzioni che lei aveva dato, la gente ne chiedesse altre. Alla fine si è resa conto che, quello che la gente voleva, era entrare in una stanza con la sindrome dell’impostore, ed uscire da quella stanza senza sentirsi più un impostore.
Ovviamente non è così che funziona, né per la sindrome dell’impostore né per la vita in generale; non esiste una bacchetta magica che ti faccia cambiare senza sforzo. Se il cambiamento non parte da te non potrà succedere niente. Ho poche certezze nella vita, ma sono sicura che cambiare non è facile, richiede uno sforzo, non è immediato ma porta enormi benefici nella nostra vita.
Ecco la sintesi del decalogo di Valerie Young (qui l’articolo originale)
- Rompi il silenzio
- Separa i sentimenti dai fatti
- Riconosci quando dovresti sentirti un impostore
- Porta il focus sulle cose positive
- Sviluppa una nuova risposta al fallimento e alla realizzazione di errori
- Aggiusta le regole
- Sviluppa un nuovo script
- Visualizza il successo
- Premiati
- Fake it ‘til you make it (ovvero, fingi fino a renderlo reale)