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Mi do il permesso di arrabbiarmi

La rabbia è una delle emozioni primarie, ovvero quelle emozioni universali che sono comuni a tutta la popolazione umana e che non possiamo impedirci di provare (ma che possiamo imparare a gestire). 

Dall’atlante delle emozioni umane:

“Gli occhi bruciano e fiammeggiano. Le guance arrossiscono, le labbra tremano. I muscoli si gonfiano con il bisogno mostruoso di fare a pezzi qualcosa. I capelli si rizzano. Potrebbe essere la descrizione della trasformazione di Bruce Banner nell’Incredibile Hulk. In realtà è il modo in cui il filosofo Seneca descrive la rabbia in uno dei più vecchi e influenti testi sul controllo della rabbia esistenti: il De ira, scritto nel I secolo d. C.”

Chi non ha mai provato sensazioni di questo genere almeno una volta nella vita?

ANCHE LE BRAVE BAMBINE (NEL LORO PICCOLO) SI ARRABBIANO

Mi hanno sempre insegnato che è giusto esprimere le mie emozioni, ma sono comunque cresciuta con una sorta di pregiudizio verso alcune di esse, tipo:

  • Le brave bambine DEVONO provare felicità
  • Le brave bambine POSSONO provare tristezza, paura, sorpresa e disgusto
  • Le brave bambine NON DEVONO provare rabbia

Da piccola ero (e un po’ lo sono ancora) timida e riservata e non sapevo assolutamente gestire i conflitti, ecco perché non mi arrabbiavo mai; la sola idea di dover discutere con qualcuno mi faceva venire il mal di stomaco, quindi non reagivo alle provocazioni e difficilmente dicevo la mia se intravedevo all’orizzonte una remota possibilità di scontro. Alle elementari avevo automaticamente etichettato la mia compagna di banco come la mia migliore amica; non so esattamente perché, forse per pigrizia (era quella con cui passavo più tempo e la più vicina con cui parlare), forse per compiacerla (lei aveva deciso che dovevamo essere amiche) oppure perché mi incuriosiva. Era una bimba decisa e forte che esprimeva in maniera energica ogni emozione, era capace di meravigliosi gesti di gioia e affetto ma anche di scatti di rabbia che mi spaventavano. I primi due anni di scuola facevo di tutto per non contraddirla e per farla contenta ma io non ero mai tranquilla, mi sembrava di vivere accanto ad un vulcano pronto ad esplodere! Ovviamente questo era il mio punto di vista, sono certa che da parte sua è stato abbastanza fastidioso avere di fianco una persona passiva e accondiscendente, forse per quello ogni tanto si arrabbiava con me. Quando succedeva io non sapevo che fare, mi bloccavo per qualche istante e poi cercavo il modo più veloce per contenere la sua reazione.

La prima volta che ho reagito eravamo in terza elementare; ero seduta tranquilla al mio banchetto di scuola e arriva lei, mi si piazza davanti con le braccia incrociate e inizia a blaterare che non vuole più essere mia amica. Si lamentava perché non parlavo più con lei, perché raccontavo i miei segreti alle altre compagne, perché la escludevo… insomma tutte quelle cose che a 8 anni sembrano questione di vita o di morte. L’ho lasciata parlare per un po’, io seduta al banco e lei in piedi di fronte a me. Ad un certo punto mi sono stancata e ho fatto qualcosa di cui non mi credevo capace, mi sono alzata sbattendo le mani sul banco e le ho urlato “ADESSO BASTA!”. In quel momento, dal suo sguardo interrogativo e pietrificato, avevo capito che quella battaglia l’avevo vinta io e che quindi anche io potevo farmi valere! Lei probabilmente avrà pensato che fossi impazzita, per quale motivo una persona che è stata zitta e buona per un sacco di tempo esplode così all’improvviso per una situazione apparentemente banale?

COSA HO IMPARATO ARRABBIANDOMI

I miei ricordi si fermano qui e non ho idea di come sia finita quella giornata: non ricordo se ci siamo chiarite, se abbiamo smesso di parlarci per un po’, se abbiamo pianto… non ne ho idea! Quello che so è che per la prima volta avevo riconosciuto ed espresso (male) la mia rabbia, quel gesto aveva cambiato per sempre il nostro rapporto. La ragazzina che avevo “scelto per praticità” è tutt’ora una delle persone a cui voglio più bene al mondo, la nostra meravigliosa amicizia va avanti da quasi 30 anni e nessuna delle due ha intenzione di lasciare andare l’altra nonostante i chilometri che ci dividono. Sono certa che quei primi anni vissuti passivamente accanto a lei, che invece esprimeva in modo così chiaro quello che provava, mi hanno insegnato ad essere quella che sono oggi e per questo non la ringrazierò mai abbastanza.

Cosa ho imparato da quel moto di rabbia così goffo e assolutamente fuori luogo?

  • Anche se fai finta di non vederla non è che non esiste, semplicemente se ne sta lì in un angolo a darti fastidio
  • Se non la riconosci e non la esprimi ad un certo punto esplode in maniera incontrollata
  • Uno scoppio di rabbia una tantum non pregiudicherà per sempre i tuoi rapporti

RABBIA: SE LA (RI)CONOSCI LA GESTISCI

Crescendo sono cambiata e migliorata, anche se continuo ad esprimere in poche occasioni la mia rabbia e non ti nascondo che, a volte, sogno segretamente di essere catapultata nel video di “Rolling in the deep” per poter spaccare tazzine contro un muro. La cosa fondamentale che ho imparato è stata quella di non negare le emozioni, ma di riconoscerle e decidere se agirle oppure no. Siamo umani ed è inevitabile provare delle emozioni, ma in quanto esseri dotati di pensiero razionale possiamo decidere che tipo di comportamento mettere in atto in base quello che stiamo provando.

Reagire con assertività durante di un conflitto è un ottimo modo per esprimere quello che provi senza dare di matto come ho fatto io in terza elementare (a mia discolpa posso dire che all’epoca non sapevo riconoscere la mia rabbia, figuriamoci sapermi comportare in maniera assertiva!). Avere ben chiari quelli che sono i tuoi confini e i tuoi valori ti aiuta ad esprimere le tue ragioni nel modo più efficace. La consapevolezza e la conoscenza di te sono l’arma più potente che hai per vivere una vita autentica: ti è mai capitato di fermarti a pensare in quali situazioni provi rabbia? Oppure di come si manifesta?

Fai un elenco delle cose che ti fanno arrabbiare e di quali sono i segnali del tuo corpo (per esempio arrossisci, oppure il tuo respiro accelera, oppure ti viene da piangere…); la prossima volta che senti uno di questi “sintomi” fermati a pensare prima di reagire, riconosci la tua rabbia e prova a regolare il tuo comportamento di conseguenza.

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