Menu Chiudi

Conversazioni sull’organizzazione

Ho insistito tante volte sul fatto che l’organizzazione e l’ordine sono concetti molto personali, ho detto e scritto spesso che non esiste un metodo che funziona sempre e comunque, il focus è trovare il metodo che funziona per te. Per esempio, da quando è uscita su Netflix la serie su Marie Kondo ne ho sentite di tutti i colori: ci sono persone che hanno fatto del metodo Konmari una ragione di vita e chi la addita come una pazza scatenata (per quanto molto dolce e carina).

Ultimamente mi sono ritrovata a confrontarmi con diverse persone sul tema dell’organizzazione e la cosa che mi ha colpito è che, appunto, ognuno ha un proprio parere e una propria visione. Ho deciso di intervistare un piccolo gruppo di donne per indagare meglio le mille sfaccettature che si celano dietro il concetto di “mettere in ordine”.

Oggi si racconta Francesca, Master Coach di Accademia della felicità.
Ho conosciuto Francesca alla fine del 2017 e devo a lei la mia grande svolta lavorativa e di vita. Lei è stata la spinta iniziale (e il paracadute) per una trasformazione profonda di me stessa, mi ha aiutato ad individuare i miei punti di forza e a valorizzarli.

  1. Chi sei e cosa fai nella vita?
    Mi chiamo Francesca Zampone e sono una coach professionista da più di 10 anni, nel 2011 ho fondato la mia società, Accademia della Felicità.
  2. Quali sono le tue 3 caratteristiche migliori?
    L’empatia, la capacità di analisi, l’ironia anche nei momenti peggiori.
  3. Cosa significa per te “mettere in ordine”?
    Tendenzialmente buttare via, pulire e sapere che ogni cosa ha il suo posto. In questo negli anni sono diventata un po’ fissata, mi piace sapere “tutto” delle cose che possiedo, avere delle precise collocazioni.
  4. Che rapporto avevi con l’ordine da piccola? E adesso?
    In realtà non bellissimo perché sono diventata ordinata per “forza”. Mio padre in particolare ci teneva tantissimo e io dopo vari tentativi sono diventata molto ordinata ed essenziale in tutte le camerette che ho avuto.
  5. Qual è il luogo che ami di più della tua casa e perché?
    Il bagno! A suo tempo lo ho disegnato a mia misura e colore (è tutto grigio), è uno dei posti in cui passo più tempo quando sono in casa perché per me è molto legato al Self Care. Al secondo posto il tavolo nero ed il divano verde in tinello. Sono due spazi che sento molto miei dove lavoro, scrivo, leggo, guardo Netflix!
  6. Segui un metodo particolare per fare ordine nella tua vita?
    Di solito quando mi sento sovraccarica butto via 27 cose (è un numero simbolico del Feng Shui, possono essere anche di più). Oppure faccio il “gioco” dei Minimalisti: in generale iniziare ad alleggerire mi dà poi la spinta ad un riordino più grande e più ampio anche della mia agenda, delle persone che vedo, del mio tempo. Parto sempre dagli oggetti per arrivare a quello che mi sta più a cuore e che è intangibile, procedo per step  e mai “tutto in una volta”.
  7. Cosa significa per te decluttering?
    Significa spazio per vivere meglio e per pensare meglio. A volte anche per dormire meglio.
  8. Quale è stata la cosa più difficile da declutterare nella tua vita fino ad ora e perché?
    I gioielli di mia madre e le foto di famiglia (che infatti sono l’unica cosa della sua casa che non ho ancora toccato dopo quasi tre anni, anzi ora che ci penso a febbraio mi farò coraggio e lascerò andare anche questo). L’abitudine di “utilizzare” gli zuccheri per tenere alte le mie energie fisiche e morali (non so quando sarò pronta a farlo ma mi piacerebbe). Una relazione personale e professionale molto importante che sono riuscita a lasciare andare solo con un doloroso “strappo”, non credo che ce la avrei fatta in nessun altro modo.

Personalmente mi ritrovo molto nelle parole di Francesca, in particolare sulla sua definizione di decluttering. Gli oggetti che possiedo sono il mio riflesso, se non hanno una precisa collocazione non riesco ad essere pienamente consapevole delle mie emozioni e dei miei sentimenti. Non sono mai stata una persona drastica, anzi, la mia insicurezza mi ha sempre portato a riflettere molto a lungo (a volte troppo) sulle decisioni da prendere. Nell’ultimo anno ho capito che ci sono dei momenti in cui è necessario mettere da parte il pensiero razionale e, semplicemente, buttarsi, affrontare quel “doloroso strappo” che fa male sul momento, ma porta tanti benefici dopo.

E tu che rapporto hai con l’ordine?

Condividi: