Ormai lo avete capito, il mio 2018 è stato e continua ad essere un anno di trasformazione. I cambiamenti a volte spaventano, a volte sono molto difficili, spesso ci portano a migliorare la qualità della nostra vita e sono sicuramente qualcosa di inevitabile. Per quanto proviamo a rimanere dentro la nostra immobile quotidianità il cambiamento è sempre dietro l’angolo. Quello che mi ha dato lo scossone definitivo e mi ha permesso di muovermi dalla mia staticità è stato avvicinarmi al mondo del coaching.
Il coaching è stato ed è tuttora un viaggio, voglio provare a raccontarvelo usando le parole che un mio caro amico mi ha detto qualche giorno fa.
Prima di iniziare il mio primo percorso ero una persona che stava in stazione, ero lì e aspettavo. Nel frattempo vedevo un sacco di cose: gente che passava, treni che arrivavano, treni che partivano. La stazione mi piaceva, era un luogo che conoscevo e in cui vivevo da sempre; però pensavo che sarebbe stato bello ogni tanto prendere un treno e andare da qualche parte, vedere posti nuovi. Non capivo quale fosse quello giusto, ogni tanto salivo su uno a caso, ci rimanevo sopra guardandomi intorno con un po’ di timore, poi scendevo e tornavo indietro. Prima o poi arriverà il treno giusto per me, mi dicevo, quello che mi porterà lontano; nel frattempo era molto più facile rimanere in stazione ad aspettare.
Poi ho incontrato la mia prima coach che mi ha detto “proviamo insieme a trovare il treno per te”. Mi ha dato consigli e mi ha fatto tante domande. È stato faticoso eh! ho dovuto prima guardare tutti i treni che c’erano in quella stazione per capire dove portavano, poi ho dovuto selezionare quelli che potevano interessarmi, ho dovuto preparare un “itinerario di viaggio”, valutare le eventuali soste e gli imprevisti di percorso, ho dovuto fare il biglietto e poi infine salirci, su quel treno. Ora sono seduta qui, posto finestrino, e guardo fuori; ho imparato (e continuo a imparare ogni giorno) a godermi il viaggio.
“Prendere il treno” non è, ovviamente, il nocciolo della questione. Dietro tutto questo c’è un lavoro meticoloso e consapevole su se stessi. A volte prendiamo un treno solo perché qualcuno ci ha detto che è quello giusto, ma nessuno è nella nostra testa e la decisione dovrebbe partire da noi e non dagli altri. Spesso ci capita di prendere un treno perché sopra ci sono tutti i nostri amici o la famiglia e allora pensiamo “bhè, se lo hanno scelto loro, allora sarà quello giusto anche per me!” No, non necessariamente. Altre volte prendiamo proprio un treno a caso, solo per il gusto di muoverci dalla stazione e cambiare aria. Ho capito sulla mia pelle che la cosa più difficile, in tutto questo casino, è riuscire a rimanere se stessi, riuscire a raccontare a noi e agli altri chi siamo veramente. Tutti, anche se a volte inconsapevolmente, interpretiamo dei ruoli nella nostra vita e da una parte è logico e normale perché viviamo in una società che ci chiede di farlo; la cosa importante è non dimenticarci chi siamo davvero ed essere sempre rispettosi verso il nostro io, non dobbiamo nasconderlo, maltrattarlo o vergognarci di lui. Se fossimo tutti uguali e perfetti questo mondo sarebbe una noia mortale!!
Nelle lunghe ore di volo verso la California ho visto un film che mi è piaciuto moltissimo: The Greatest Showman. Racconta la storia P.T. Barnum e del suo sogno di creare un mirabolante spettacolo circense che incanti la folla. Oltre alla trama e alla scenografia, il film ha anche una colonna sonora eccezionale, in particolare in questi giorni mi gira in testa la canzone che canta la donna barbuta insieme a tutto il gruppo, urlando al mondo che “attenzione, lei sta arrivando! Non si vergogna di essere vista e non chiede scusa”.