La musica mi è sempre piaciuta, ho avuto la fortuna di crescere con un padre appassionato di rock e quindi le prime note che ho ascoltato nella mia vita sono state quelle dei Queen, dei Rolling Stones e dei Cream. Oltre all’amore per la musica sono sempre stata attratta dalla danza, nonostante sia nata con il fisico sbagliato per una carriera da ballerina classica, ho sempre trovato modi per danzare; mi piaceva usare il mio corpo per esprimere qualcosa, per mettere in azione le note di una canzone.
A dispetto del mio buon senso del ritmo e della discreta coordinazione, non sono mai stata una persona con grande tempismo. Ho vissuto la mia vita rincorrendo una serie di standard e “tappe obbligate” che la società intorno a me aveva stabilito. Mi piace pensare di aver vissuto, e vivere ancora adesso, in controtempo.
All’università, quando le mie amiche pensavano ad uscire e divertirsi, io avevo un fidanzato, non vivevo tappata in casa eh, ma ero già nell’ottica di una vita di coppia che poco si amalgamava con la 20enne che ero.
Molti dei miei compagni di università hanno fatto l’Erasmus mentre io, per paura di perdere esami e lezioni, ho fatto un’esperienza all’estero dopo la laurea, con il risultato che ero un po’ “troppo grande” per quel contesto.
La maggior parte di quelli che conosco, appena finito di studiare, si sono buttati sulla carriera, avendo un obiettivo ben chiaro e macinando strada come bulldozer per arrivare ai vertici dirigenziali. Io nella foga di fare qualcosa ho accettato ogni lavoro possibile, non sempre nel mio settore, e ho girovagato a caso tipo rabdomante alla ricerca del mio posto nel mondo. Ho dovuto aspettare i 34 per avere un obiettivo vero, capire cosa volevo fare sul serio e iniziare a costruire la strada per arrivarci (e ancora oggi ho qualche dubbietto).
Con questo non voglio accusare la società di avermi imposto un modo di vivere che non volevo, sono stata io a scegliere. Semplicemente credevo che quello fosse l’unico modo possibile di vivere. Quando ho aperto gli occhi e ho cominciato davvero a guardarmi intorno, ho scoperto che ci sono persone che hanno cambiato la loro vita a 40, 50, 60 anni, e ci sono anche persone che hanno trovato il loro equilibrio a 20 anni e hanno sempre saputo chi erano e cosa volevano fare.
trovare il tuo ritmo (ed essere paziente)
La Treccani definisce così la parola controtempo:
In musica, l’inserimento nel canto fondamentale di una voce che si scandisce non nei tempi forti della misura ma nei deboli, con effetto di contrasto ritmico con le altre voci.
In funzione di avverbio: fare contrasto ritmico con il tempo della musica, nel cantare, nel suonare o nel ballare, intenzionalmente o per errore.
Non sembra qualcosa di negativo, vero? Ed è bello sapere che lo puoi fare sia intenzionalmente che per errore.
Questo video racconta perfettamente come ognuno di noi ha la necessità di vivere al proprio ritmo, anche se significa andare in contrasto (o in controtempo) a quello della vita degli altri o della vita “ideale”.
ritmo e paragonite
Se anche tu, come me, soffri di “paragonite” acuta so bene che non sarà facile accettare tutto questo. Metterti in continuo confronto con chi ti sta intorno, e con chi magari ammiri, può facilmente gettarti nello sconforto. Siamo talmente abituati a vivere secondo le regole che ogni cosa fuori dal coro è vista in modo poco positivo. Darsi il permesso di seguire il proprio ritmo, a volte prendersi delle pause, fare degli errori o semplicemente fare cose diverse non è così scontato. Al contrario, c’è chi fa dell’essere molto stravagante uno stile di vita, che può risultare finto e forzato esattamente come il conformarsi alle direttive. Non esiste un modo giusto di affrontare la vita, esiste un modo consapevole: che tu sia o non sia in linea con i tempi e i modi del resto del mondo, della società etc… poco importa, la cosa fondamentale è sapere dove sei e dove vuoi andare (e hai detto niente…).
Ho fatto una mappa dei miei momenti vissuti in controtempo, e da ognuno ne ho ricavato qualcosa di positivo; questa visione allargata e scientifica della mia vita mi ha dato anche la possibilità di capire quali sono stati gli errori che non voglio ripetere. Essere fedele alla tua natura è uno dei regali più grandi che puoi farti, ti lascio 3 piccoli suggerimenti per affrontare la paragonite e il vivere in controtempo:
- ricorda che la perfezione non esiste, e se anche esistesse a lungo andare sarebbe terribilmente noiosa! (chi era il tuo personaggio preferito tra Topolino e Paperino?)
- usa il confronto con gli altri come una spinta propulsiva che ti porta a migliorare e non come un mattone da legarti ai piedi per andare più a fondo
- chiedi feedback a chi ti sta intorno, non solo alla tua cerchia ristretta perché è facile pensare che ti dicano cose positive solo per farti felice (che razionalmente è una stupidaggine…). Chiedi agli altri come ti vedono, come vedono il tuo lavoro e come potresti migliorare, il risultato di questa indagine potrebbe davvero stupirti!