Di nuovo Londra… non mi stanca mai e sarò sempre affascinata da questa città così veloce, sfaccettata, piena di cose, ordinata e accogliente. Questa volta però non è stata solo la mia Londra, ma la Londra di una donna che ammiro e stimo e che ci ha condotto per le sue strade; perché ogni città la si può vedere da innumerevoli punti di vista, lo stesso luogo racconta storie diverse al cuore di ognuno di noi. In questi 4 giorni a Londra non ho praticamente fatto fotografie, il che è molto strano per me che adoro immortalare ogni cosa. Mi sono chiesta come mai e la risposta è stata abbastanza immediata.
Ormai questo luogo mi ha raccontato talmente tante storie “visive” (e io credo di averle fotografate tutte) che ora ho sentito la necessità di cambiare strumento. Non mi interessa più fotografare un luogo, Londra mi regala emozioni, suoni e profumi che non si possono imprimere digitalmente sul telefono, ma si imprimono fisicamente nella mia mente e mi arricchiscono.
L’istinto a fotografare è sempre dietro l’angolo, almeno per la maggior parte della popolazione compresa la sottoscritta. Molti guardano i luoghi solo ed esclusivamente attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica o lo schermo di un telefono, non si rendono conto di quello che si perdono rimanendo per più della metà del tempo dietro ad un filtro. Vorrei fare questo esercizio nei miei prossimi viaggi: dedicare qualche ora a passeggiare per le strade senza telefono, usando i miei sensi come pellicola fotografica.
Cosa mi porto a casa questa volta? Mi porto a casa delle risposte. Venerdì pomeriggio, sotto suggerimento di Caterina abbiamo partecipato ad un evento di Street Wisdom, una passeggiata che ti aiuta a trovare la risposta che cerchi attraverso l’ambiente che ti circonda. Siamo partiti con un warm up di circa 30 minuti dove, attraverso esercizi specifici, abbiamo allenato i nostri sensi ad essere più attivi, abbiamo conosciuto l’ambiente circostante e abbiamo trovato il nostro ritmo. La seconda parte prevedeva che ognuno si ponesse una domanda specifica sulla propria vita, in seguito avevamo un’ora di passeggiata in solitaria per ricevere risposte attraverso quello che avevamo intorno. Per me è stato immediato: appena mi sono separata dal gruppo mi sono fermata ad osservare un gruppo di ragazzi che andava in skateboard; mi stavo ripetendo nella testa la mia domanda (che per ora non posso svelare) e appena un secondo dopo un ragazzo accanto a me ha urlato “jump buddy, jump!”. Ho avuto un tuffo al cuore e ho interpretato questa cosa come un invito a lasciare indietro le mie paure e a saltare verso nuove avventure. Non importa se chi ha urlato quella frase lo ha fatto rivolto ai ragazzi in skateboard, io ero li e sapevo che quelle parole erano per me.
Sabato mattina ho partecipato ad un workshop sul potere personale che mi ha dato molti spunti interessanti su cui lavorare per il mio 2019. Non solo sulla sfera lavorativa ovviamente, ma soprattutto su quelle parti del mio carattere e del mio modo di essere che hanno bisogno di allenamento. Tutto nella vita è una questione di esercizio, ed essere consapevole di quello che devi migliorare ti porta ad aver fatto già un pezzo di strada verso l’obiettivo che vuoi raggiungere. Durante il workshop ho parlato con donne che hanno una determinazione e una carica emotiva positiva incredibile e mi hanno fatto capire, ancora una volta, quanto la maggior parte dei limiti che abbiamo sono creati dalla nostra testa. Siamo noi ad autosabotarci per avere una scusa per non fare fatica.
Quando sto facendo qualcosa che mi piace tantissimo, spesso la vedo come un’attività sciocca o inutile; molte volte nella mia vita ho abbandonato cose che mi piacevano perché pensavo solo al giudizio degli altri. In realtà era il mio giudice interiore che parlava e mi diceva “ma lascia stare, cosa stai facendo? Non lo vedi che perdi solo tempo?”. Quando siamo assaliti da questi dubbi è bene fermarsi un attimo e chiedersi “ok, chi sono davvero GLI ALTRI che hanno detto che questo è un’inutile perdita di tempo?”. Vi assicuro che la maggior parte delle volte non troverete una risposta, perché nessuno ha detto (o pensato) una cosa del genere se non voi stessi. Dare “la colpa agli altri” è sicuramente più facile, ma non meno doloroso. La responsabilità del nostro benessere e della nostra felicità non possiamo delegarla a nessuno perché sarebbe come lasciare che qualcun altro viva la nostra vita.