Quando inizio a progettare un logo spesso mi faccio prendere dall’entusiasmo e inserisco troppi elementi. Lo trovo un metodo efficace per iniziare ma poi, per forza di cose, ci deve essere un lavoro di limatura che lascia intatti solo pochi elementi fondamentali.
Comunicare semplice
La mia parola d’ordine è sempre “semplicità” ma non si può arrivare alla vera essenza senza passare da un momento di brainstorming dove, come direbbe la mia saggia business coach Micaela Terzi, “le spariamo grosse”.

L’importante è non fare l’errore di pensare che, più mettiamo dentro elementi e significati, più facilmente i nostri clienti capiranno il nostro messaggio. A questo proposito mi è capitato di analizzare in profondità il logo della UNILEVER, quello che di solito si nasconde in dimensioni microbiche sul retro di deodoranti, prodotti per la casa o alcuni cibi. Se vai a vedere nel dettaglio quella che sembra una semplice U, scoprirai che al suo interno nasconde una miriade di significati (25 per l’esattezza!).
A mio modesto parere tutti questi messaggi creano confusione e il nostro pigro cervello li appiattisce ricordando semplicemente una lettera e non tutto quello che racchiude al suo interno! Mi chiedo a che pro avere 25 simboli che specialmente, stampati in dimensioni così piccole, non riusciranno mai ad essere riconoscibili a colpo d’occhio.
Il background di riferimento
Un’altra cosa importante che devi fare quando scegli gli elementi che vuoi nel tuo logo è riuscire a pensare come i tuoi clienti e non solo come te. Il tuo target ha i tuoi stessi riferimenti culturali? Quel simbolo o quell’immagine ha un significato univoco per il tuo pubblico oppure può essere interpretato in diversi modi? Con questo non voglio dire che devi creare (o farti progettare) un logo che non ti rispecchia o che non ti piaccia, ma deve essere qualcosa che parla al tuo cliente ideale e che sia immediatamente comprensibile.
Ci sono immagini e segni grafici che possono assumere sfumature o addirittura significati diversi a seconda del contesto e della cultura in cui si trovano. È importante quindi, quando scegliamo un’immagine o un’idea da legare al nostro business, andare a scavare sotto la superficie, capire il vero significato che c’è dietro e confrontarlo con l’accezione più comune che il nostro target dà a quel determinato concetto.
Quando ho iniziato a pensare al mio logo mi ero fissata con gli animali in particolar modo con la volpe, un animale che mi ha sempre affascinato ma che, al tempo stesso, destava in me dei sospetti. Andando ad indagare la simbologia legata a questo animale ho trovato che, nella cultura Inca, viene chiamata “figlia della terra” per la sua capacità di sentire eventi lontani e per il suo grande intuito; veniva considerata una sorta di divinatore-guaritore che guidava gli uomini nella trasformazione e nella combinazione di modi di essere opposti, per ottenere la completezza. Nella cultura orientale invece, ha un’accezione più negativa, è considerata un animale molto scaltro, a tratti malvagio e molto seduttivo. Ora, il mio target non è certo composto né da Incas, né da giapponesi ma ho riflettuto sul fatto che anche nella nostra cultura la volpe è un animale che può assumere connotati negativi (poca affidabilità, egoismo e poca chiarezza), così ho abbandonato l’idea per paura di essere fraintesa.
Loghi semplici ed efficaci
Ecco alcuni esempi di loghi che, nella loro semplicità, riescono ad esprimere moltissimo e a comunicare in maniera immediata il prodotto o il servizio che rappresentano.
Evernote è un servizio di archiviazione, ecco perché il suo logo raffigura un elefante, animale solitamente associato alla saggezza e alla grandissima memoria. La parte alta dell’orecchio si ripiega su se stessa a ricordare la classica “orecchia”, appunto, che facciamo sulla pagina di libri o riviste per rintracciare facilmente un argomento che ci interessa. Nella sua semplicità lo trovo un logo geniale ed efficace.
La NBC è stata la prima azienda che, negli anni 50, ha avviato le prime sperimentazioni di trasmissioni a colori. Serviva quindi un logo che mettesse l’accento su questa novità e che la differenziasse dalla concorrenza. L’idea di usare un arcobaleno o una farfalla fu subito respinta perché considerata troppo ovvia, alla fine fu scelto il pavone che, oltre al colore, portava con sé la connotazione che la NBC era orgogliosa di poter offrire al suo pubblico trasmissioni a colori e non più in bianco e nero.
Il simbolo di LEGAMBIENTE, un cigno verde che nasconde al suo interno anche una foglia e una conchiglia, è opera di Gianni Sassi, grafico e art director milanese. L’ispirazione per il disegno arriva da alcune stampe cinesi. Il cigno rappresenta al meglio l’associazione perché è un animale che vive sia in contesti naturali che nell’ambiente urbano ma soprattutto “perché all’occorrenza sa essere cattivo e difendere il proprio territorio”, proprio come fa Legambiente impegnata nella lotta ambientalista.
Il marchio del famoso cioccolato svizzero è una montagna, forma che viene ripresa anche nel prodotto stesso. L’azienda Toblerone nasce a Berna, città associata all’orso di cui, se guardi attentamente, puoi notare la sagoma in negativo al centro del logo. Il nome Bern è anche contenuto all’interno del nome Toblerone. Anche se il messaggio non è così immediato, trovo la scelta di questo logo elegante ed efficace.
Forme semplici e un messaggio chiaro e pulito sono sicuramente la carta vincente per progettare un logo che rappresenta al meglio la tua attività, ma non è possibile arrivare a questo risultato senza una ricerca profonda di immagini e significati.