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Last day in Paris con lista dei pro e contro

Oggi ultimo giorno a Parigi, ho fatto il check out abbastanza presto e ho lasciato la valigia in albergo per farmi l’ultima passeggiata. Sono tornata a girellare per Montmartre, dove ho scovato un altro angolino per la colazione davvero meritevole, il Soul Kitchen (anche qui, cappuccino e granola). Visto che anche oggi il tempo non era esattamente dalla mia parte (vento gelido, cielo grigio e pioggerellina), mi sono infilata a vedere lo Espace Dalì, un museo monotematico che racconta nei dettagli le opere di questo grande artista, dalla pittura, al disegno alle sculture; molto ben allestito e curato, con addirittura una galleria con alcuni pezzi in vendita anche se non esattamente a prezzi accessibili.

Tornata in albergo e recuperata la valigia, mi sono regalata l’ultima passeggiata per Parigi fino all’autobus per l’aeroporto.

Durante il viaggio di ritorno mi sono chiesta cosa ho imparato, ho fatto un piccolo bilancio di quello che è andato bene e quello che avrei potuto migliorare. Ho scoperto che viaggiare da sola mi piace e non so perché non lo ho fatto prima; forse paura o forse, semplicemente, non pensavo di potermelo concedere. Viaggiare da sola ti permette di conoscere il mondo dal tuo personale punto di vista, è un regalo che tutti dovrebbero farsi almeno una volta nella vita.

Sono sempre stata una gran viaggiatrice in gruppo, di solito mi occupo di organizzare, prenotare, curare che tutti stiano bene e siano contenti come se ogni cosa fosse una mia responsabilità. Anche in questi pochi giorni ho dato più retta alla me stessa “turista perfetta” e non alla me stessa “in viaggio da sola”. Mi sono fatta guidare dall’ansia del devo vedere tutto, devo fare questo perché è figo, devo, devo, devo. No! Devo solo imparare a respirare più a fondo e seguire il mio ritmo interno e i miei bisogni. Siamo talmente inseriti in un mondo che corre alla velocità della luce che, anche quando siamo soli e abbiamo realmente del tempo per noi, non lo sappiamo gestire. Corriamo come pazzi per mettere più spunte verdi possibili su una check list che nemmeno ci interessa più di tanto. Parigi mi ha insegnato a rallentare e ad ascoltarmi, Parigi mi ha insegnato che questo è il primo passo per altri viaggi in compagnia di me stessa.

Durante il viaggio di ritorno mi sono chiesta cosa ho imparato, ho fatto un piccolo bilancio di quello che è andato bene e quello che avrei potuto migliorare. Ho scoperto che viaggiare da sola mi piace e non so perché non lo ho fatto prima; forse paura o forse, semplicemente, non pensavo di potermelo concedere. Viaggiare da sola ti permette di conoscere il mondo dal tuo personale punto di vista, è un regalo che tutti dovrebbero farsi almeno una volta nella vita.

Sono sempre stata una gran viaggiatrice in gruppo, di solito mi occupo di organizzare, prenotare, curare che tutti stiano bene e siano contenti come se ogni cosa fosse una mia responsabilità. Anche in questi pochi giorni ho dato più retta alla me stessa “turista perfetta” e non alla me stessa “in viaggio da sola”. Mi sono fatta guidare dall’ansia del devo vedere tutto, devo fare questo perché è figo, devo, devo, devo. No! Devo solo imparare a respirare più a fondo e seguire il mio ritmo interno e i miei bisogni. Siamo talmente inseriti in un mondo che corre alla velocità della luce che, anche quando siamo soli e abbiamo realmente del tempo per noi, non lo sappiamo gestire. Corriamo come pazzi per mettere più spunte verdi possibili su una check list che nemmeno ci interessa più di tanto. Parigi mi ha insegnato a rallentare e ad ascoltarmi, Parigi mi ha insegnato che questo è il primo passo per altri viaggi in compagnia di me stessa.

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