Valigia pronta, mi sembra di averci infilato solo il minimo indispensabile ma so già che in realtà ho portato comunque troppa roba. Ancora molte valigie di esperienza mi separano dalla mistica “valigia perfetta”: quella dove porti tutto quello che ti serve, non una felpa in più, non un vestitino in meno, e ti rimane dello spazio per infilarci dento la borsa (in caso di viaggio con Easyjet) e i souvenir. Mi toccherà fare numerosi viaggi per fare pratica!
Oggi finalmente partenza! Panico, terrore, farfalle nello stomaco nemmeno dovessi andare via 10 anni da casa. Si, sono una maledetta fifona piagnucolosa!
Il viaggio è stato bello turbolento, in pratica più che su un aereo ho viaggiato dentro uno shaker visto che abbiamo ballato per tutta l’ora e mezza di volo! Per la prima volta ho avuto paura dell’aereo e mi sono detta più di una volta “non voglio morire da sola…e non ho nemmeno fatto testamento!!!”
Arrivata a Parigi trovare l’autobus che portava verso il centro è stato semplice e nel giro di una ventina di minuti ero arrivata a sud della città; siccome nei prossimi giorni danno un tempo abbastanza schifoso ho approfittato e mi sono fatta più di un’ora di strada a piedi per arrivare al mio albergo. Mi sono riempita gli occhi di Parigi, che mi ha accolto spettinandomi e accarezzandomi!
Raggiunto l’ostello ho avuto qualche problema con la chiave della camera che non funzionava, sono tornata in reception 3 volte e finalmente un ragazzo è venuto a darmi una mano cercando di cambiare le pile della serratura che, essendo scariche, non mi facevano aprire col badge. Alla fine non è riuscito a cambiarle, ma con le buone è riuscito a farla funzionare. Peccato che poi la sera sono rimasta chiusa fuori di nuovo…
Nel pomeriggio ho fatto il primo giro: sono andata a Montmartre, ho visto la Basilica del Sacro Cuore e tutto il quartiere degli artisti che ha davvero un’atmosfera magica. Poi mi sono spinta nel quartiere a luci rosse, con sexy shop che spuntavano come funghi dopo la pioggia, per raggiungere il Moulin Rouge.
Sono rientrata in ostello verso le 18, poco prima che cominciasse a diluviare, e mi sono fatta una dormita fino alle 19.30. Sono uscita alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti visto che non avevo toccato cibo per tutto il giorno, presa com’ero a guardarmi in giro; poi mi sono chiusa in camera studiando gli itinerari per i prossimi giorni. Ora vado a dormire cullata dalla musica tamarra che proviene dal bar qui sotto.