Eccoci al secondo giorno a Parigi! Suona la sveglia, apro gli occhi, gioisco, vado alla finestra, guardo fuori e…diluvia. Decido che la pioggia non mi avrebbe fermato, per fortuna ora che mi sono alzata e vestita aveva smesso, anche se il cielo continuava ad essere grigio fumo e la temperatura polare.
Scendo al bar dell’ostello per la colazione: ho capito perché è gratis, è qualcosa di imbarazzante, e io non sono una che si fa tanti problemi con il cibo! Recupero dei tristi cereali con del latte e un pezzetto di pane molliccio (tipo francesino scongelato al microonde) e una marmellatina confezionata alle pesche e mi siedo al centro della sala bar a consumare la mia triste colazione. Diciamo che come inizio giornata non è stato il massimo, quindi non poteva che migliorare.
Percorro a piedi tutta Rue La Fayette fino ad arrivare ai grandi magazzini omonimi e ai Magazzini Printemps. Quasi giunta a destinazione vengo attaccata dall’ombrellone di un bar che, per il troppo vento, si è staccato dal supporto e mi correva incontro a gran velocità!
I magazzini Printemps, come la nostra Rinascente, addobbano le vetrine per natale e devo dire che la visita ne vale la pena. All’interno niente di che a parte il meraviglioso ristorante all’ultimo piano!
Mi dirigo alla volta della Galleria La Fayette dove decido di vedere solo la parte food. È come un enorme Eataly ma molto più elegante, più francese direi. Troneggiano da ogni parte capolavori di pasticceria, alternati da angolini gourmet dedicati alle diverse cucine. Mi perdo per quasi un’ora tra profumi e colori e, ai piani più su, arredi per la cucina e la casa. So che non è molto cool visitare un centro commerciale ma, del resto, sono figlia di mio padre e, se la genetica non è un’opinione, mi è stata trasmessa questa passione trash!
Per compensare il basso livello della prima tappa decido di andare a visitare il Centre Pompidou, il buon vecchio zio Renzo bisogna andare a trovarlo! Non sono riuscita a visitare l’Atelier Brancusi perché apriva troppo tardi e quando ha smesso di piovere (si…mentre ero in coda per entrare al Beaubourg ha cominciato a piovere) ho colto l’occasione per tornare verso l’ostello. Sono incredibilmente riuscita a tornate senza beccare una goccia d’acqua.
A metà strada tra il museo e l’ostello, sono finita in un buco spazio temporale di un quartiere multietnico e bizzarro: ristoranti di ogni genere, negozi assurdi di vestiti, parrucche e oggetti, prostitute stile Toulouse-Lautrec che spuntavano da dietro i portoni, e un sacco di senzatetto che hanno fatto la fortuna della Decathlon. Qui a Parigi in moltissimi angoli spuntano senza un criterio le tende 3 secondi di Decathlon, ben legate a terra a tutto ciò che può tenerle ferme, che i meno fortunati usano per proteggersi dal freddo e dalla pioggia.
Chilometri percorsi: 20
Livello di stanchezza: medio